Il tempio di Vesta è un piccolo tempio situato all'estremità orientale del Foro Romano a Roma, lungo la via Sacra. Il tempio di Vesta è tra i più antichi di Roma, risalente all'epoca in cui la città era ancora limitata al Palatino e costituita da un'aggregazione di villaggi e quindi prima della realizzazione del Foro. il tempio subì numerose distruzioni per incendio e fu più volte ricostruito, fonti antiche collocano la sua prima costruzione nella Roma dell'VIII e VII secolo a.C., a causa anche della antichissima istituzione del culto di Vesta nella religione romana.
Il significato del tempio era anche quello di rappresentare il focolare domestico più importante, connesso alla vicina casa del re, che rappresentava tutti i focolari dello Stato. Le prime sacerdotesse incaricate di sorvegliare il sacro fuoco erano le figlie del re. Le Vestali divennero poi l'unico sacerdozio femminile a Roma. Gli autori antichi riportano concordemente l'origine del tempio di Vesta nell'età regia, ma, a causa probabilmente della costante presenza del fuoco, I resti visibili attualmente appar-
tengono alla ricostruzione avviata da Giulia Domna, la
moglie di Settimio Severo, a causa dell'incendio del 191 d.C.
La forma riprende quella del tempio dopo la ricostruzione
successiva all'incendio del 64 a.C. (il famoso incendio di
Roma di cui era accusato Nerone), nel quale venne modifica-
to anche l'orientamento dell'area dell'Atrium Vestae allinean-
dolo con l'asse principale del Foro.
Grazie ad abbondanti integrazioni in travertino in epoca re-
cente, è stato ricostruito il settore rivolto verso il Foro che ri-
veste un nucleo circolare in opera cementizia.
All'interno vi era un braciere dove veniva mantenuto un fuoco
perenne a simboleggiare la dea. Si suppone che ci fosse anche
una zona nascosta all'interno del tempio definita penus Vestae
alla quale potevano accedere solo le Vestali; in questo luogo
venivano conservati oggetti molto antichi e di notevole impor-
tanza tra cui il Palladio, il piccolo simulacro di Minerva che la
tradizione vuole portato da Enea da Troia.
Il significato del tempio era anche quello di rappresentare il focolare domestico più importante, connesso alla vicina casa del re, che rappresentava tutti i focolari dello Stato. Le prime sacerdotesse incaricate di sorvegliare il sacro fuoco erano le figlie del re. Le Vestali divennero poi l'unico sacerdozio femminile a Roma. Gli autori antichi riportano concordemente l'origine del tempio di Vesta nell'età regia, ma, a causa probabilmente della costante presenza del fuoco, I resti visibili attualmente appar-
tengono alla ricostruzione avviata da Giulia Domna, la
moglie di Settimio Severo, a causa dell'incendio del 191 d.C.
La forma riprende quella del tempio dopo la ricostruzione
successiva all'incendio del 64 a.C. (il famoso incendio di
Roma di cui era accusato Nerone), nel quale venne modifica-
to anche l'orientamento dell'area dell'Atrium Vestae allinean-
dolo con l'asse principale del Foro.
Grazie ad abbondanti integrazioni in travertino in epoca re-
cente, è stato ricostruito il settore rivolto verso il Foro che ri-
veste un nucleo circolare in opera cementizia.
All'interno vi era un braciere dove veniva mantenuto un fuoco
perenne a simboleggiare la dea. Si suppone che ci fosse anche
una zona nascosta all'interno del tempio definita penus Vestae
alla quale potevano accedere solo le Vestali; in questo luogo
venivano conservati oggetti molto antichi e di notevole impor-
tanza tra cui il Palladio, il piccolo simulacro di Minerva che la
tradizione vuole portato da Enea da Troia.
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Il tempio di Vesta è un piccolo tempio situato all'estremità orientale del Foro Romano a Roma, lungo la via Sacra. Il tempio di Vesta è tra i più antichi di Roma, risalente all'epoca in cui la città era ancora limitata al Palatino e costituita da un'aggregazione di villaggi e quindi prima della realizzazione del Foro. il tempio subì numerose distruzioni per incendio e fu più volte ricostruito, fonti antiche collocano la sua prima costruzione nella Roma dell'VIII e VII secolo a.C., a causa anche della antichissima istituzione del culto di Vesta nella religione romana.
Il significato del tempio era anche quello di rappresentare il focolare domestico più importante, connesso alla vicina casa del re, che rappresentava tutti i focolari dello Stato. Le prime sacerdotesse incaricate di sorvegliare il sacro fuoco erano le figlie del re. Le Vestali divennero poi l'unico sacerdozio femminile a Roma. Gli autori antichi riportano concordemente l'origine del tempio di Vesta nell'età regia, ma, a causa probabilmente della costante presenza del fuoco, I resti visibili attualmente appar-
tengono alla ricostruzione avviata da Giulia Domna, la
moglie di Settimio Severo, a causa dell'incendio del 191 d.C.
La forma riprende quella del tempio dopo la ricostruzione
successiva all'incendio del 64 a.C. (il famoso incendio di
Roma di cui era accusato Nerone), nel quale venne modifica-
to anche l'orientamento dell'area dell'Atrium Vestae allinean-
dolo con l'asse principale del Foro.
Grazie ad abbondanti integrazioni in travertino in epoca re-
cente, è stato ricostruito il settore rivolto verso il Foro che ri-
veste un nucleo circolare in opera cementizia.
All'interno vi era un braciere dove veniva mantenuto un fuoco
perenne a simboleggiare la dea. Si suppone che ci fosse anche
una zona nascosta all'interno del tempio definita penus Vestae
alla quale potevano accedere solo le Vestali; in questo luogo
venivano conservati oggetti molto antichi e di notevole impor-
tanza tra cui il Palladio, il piccolo simulacro di Minerva che la
tradizione vuole portato da Enea da Troia.
Il significato del tempio era anche quello di rappresentare il focolare domestico più importante, connesso alla vicina casa del re, che rappresentava tutti i focolari dello Stato. Le prime sacerdotesse incaricate di sorvegliare il sacro fuoco erano le figlie del re. Le Vestali divennero poi l'unico sacerdozio femminile a Roma. Gli autori antichi riportano concordemente l'origine del tempio di Vesta nell'età regia, ma, a causa probabilmente della costante presenza del fuoco, I resti visibili attualmente appar-
tengono alla ricostruzione avviata da Giulia Domna, la
moglie di Settimio Severo, a causa dell'incendio del 191 d.C.
La forma riprende quella del tempio dopo la ricostruzione
successiva all'incendio del 64 a.C. (il famoso incendio di
Roma di cui era accusato Nerone), nel quale venne modifica-
to anche l'orientamento dell'area dell'Atrium Vestae allinean-
dolo con l'asse principale del Foro.
Grazie ad abbondanti integrazioni in travertino in epoca re-
cente, è stato ricostruito il settore rivolto verso il Foro che ri-
veste un nucleo circolare in opera cementizia.
All'interno vi era un braciere dove veniva mantenuto un fuoco
perenne a simboleggiare la dea. Si suppone che ci fosse anche
una zona nascosta all'interno del tempio definita penus Vestae
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